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In questa coppia di "Vite" Plutarco mette a confronto due "camaleonti" della politica di età classica. Il romano Coriolano, remoto personaggio a cavallo tra mito e storia che, esiliato da Roma per il suo dispotismo, trova rifugio presso i nemici volsci e si pone alla loro guida contro gli ex concittadini, piegandosi in extremis di fronte all'intervento della madre e della moglie. E il greco Alcibiade, discepolo di Socrate, paladino di Atene, disertore a Sparta e infine nuovamente coinvolto nelle sfortunate sorti ateniesi al termine della guerra del Peloponneso. Su tutto si erge il giudizio moralistico dello storico che, senza disdegnare dibattito politico e riflessione filosofica e letteraria, vuole soprattutto costruire un breviario etico, un modello di comportamento virtuoso da imitare.